Il Fundraising, Federica, Gioia… e gli insegnamenti di Yoda

Accade in questi giorni che a Pinerolo si tenga il meeting regionale dei giovani della Croce Rossa Italiana, un appuntamento annuale nel quale i volontari della Croce Rossa della regione si sfidano con gare basate sulle loro attività. Un momento di confronto, di aggregazione, e ovviamente di sana competizione.

Accade che nel Gruppo Giovani di Pinerolo (vi ho già parlato di loro, ad esempio qui e qui) a Gioia e Federica, due volontarie di poco sopra i 20 anni, venga dato l’incarico di trovare alcuni sponsor. E loro lo prendo sul serio: eccome se lo prendono sul serio!

Fanno una lista delle cose che gli servono, decidono un minimo di strategia (cioè quella di non chiedere tanto soldi, ma materiali; quello che nel fundraising si chiama Gift in Kind), mettono giù un’altra lista con i negozi e aziende che potrebbero fornirglieli e poi fanno la cosa più importante nel fundraising: escono e chiedono.

Conosco Federica e Gioia da tempo, le ho anche avute a lezione quando a Pinerolo mi hanno chiamato a fare degli incontri sul Fundraising… ma non credevo che mi avrebbero sorpreso così positivamente!

La loro ricetta di fundraising è semplice ma efficace, e comprende i seguenti ingredienti:

  • Pianificazione e sinergia con il resto dell’organizzazione: per tutto il tempo si sono sentite con gli altri volontari, per capire di cosa avessere bisogno per svolgere le prove
  • Tenacia: sicuramente si sono prese un po’ di “no” e parecchi “forse”… ma non hanno mai desistito. E per settimane hanno girato i negozi della loro città. Il prossimo poteva sempre essere un “si”.
  • Faccia tosta: ce ne vuole sempre un po’, no? E loro l’hanno saputa dosare con abilità. Come quando, nel chiedere una donazione di palloncini ad un negozio, si sono sentite domandare di quante confezioni avessero bisogno.

– “Beh, all’incirca 50…”

– “Ah, così poco? Io ve ne avrei date anche il doppio”

– “In questo caso ce ne servono 100”.

Il risultato? Sono riuscite ad ottenere praticamente tutto quello di cui avevano bisogno. E poi dicono che i giovani non si impegnano! Credo che il loro successo sia ben sintetizzato in una frase che hanno scritto qualche giorno fa:

Andare a ritirare la coppe del Meeting, sapere che ti sono state donate e che sono incredibilmente belle, ringraziare di Cuore e sentirsi dire:”Grazie a Te per avermi permesso di contribuire” è davvero qualcosa di speciale..:’) 

Insomma, uno splendido esempio di come il fundraising possa essere la tipica situazione “win-win”: quella cioè in cui tutti i soggetti coinvolti vincono qualcosa.

Alberto

p.s. Alcuni di voi potrebbero chiedersi… si, ma Yoda che centra?

Credo che, senza saperlo, Gioia e Federica abbiano seguito un suo fondamentale insegnamento, tratto da “L’impero colpisce ancora” (forse il film più bello di tutta la saga di Guerre Stellari).

Serve la strategia, serve la pianificazione, serve la preparazione… ma alla fine bisogna buttarsi! E bisogna farlo convinti 😉

L’istant album per il fundraising

Della bella iniziativa di Itunes per il giappone ha già parlato Paolo Ferrara qui.

Ma pare che a Cupertino, sede della Apple, abbiano particolarmente a cuore il paese dei manga. Ecco così comparire “Songs for Japan”, un istant album a cui molti artisti famosi hanno donato una loro canzone. Il 100% dei ricavi andrà alla Croce Rossa Giapponese.

Gli album di beneficenza non sono cosa nuova (qui a lato la copertina di Istant Karma, il fortunato album di Amnesty International), ma l’idea di crearne uno on line, a cos’ poca distanza dall’evento sismico, apre senz’altro scenari più che interessanti per il futuro.

I Giovani della Croce Rossa e il Fundraising

A Inizio novembre sono stato invitato a tenere un workshop sul fundraising all’Assemblea nazionale dei Giovani della Croce Rossa Italiana, di cui sono volontario. Ad accompagnarmi c’era la mia compagna di master (e ottima amica) Irene Severini, che ha portato il valore aggiunto di un’esperienza totalmente esterna.

Un Momento dell'Assemblea

Ne parlo volentieri per due motivi: il primo è che mi da sempre grande soddisfazione poter parlare di argomenti come la fidelizzazione dei donatori, il mailing, la piramide del fundraising,… con ragazzi dai 14 ai 25 anni. La soddisfazione più grande è stato sentire i commenti di chi, con grande sincerità, alla fine mi ha detto “pensavo fosse un’argomento noioso, ma non è per nulla così! ” (probabilmente c’è chi ha trovato il workshop invece tremendamente soporifero…ma è stato tanto gentile da non dirmelo 😉 )

Il secondo è ringraziare i partecipanti: per la loro curiosità, per il tempo dedicato… e per l’entusiasmo con cui hanno discusso e votato quello che vogliono la Croce Rossa Italiana faccia nel futuro (e nel presente) sul tema del fundraising. Questo è uno dei motivi per cui mi piace tanto questa associazione: i giovani hanno spazio, rappresentanza, possibilità di partecipare e agire! E quando chiedono voce, non lo fanno solo per loro stessi… ma per tutta l’associazione! Ogni volta lo trovo sorprendente… e ogni volta volta più entusiasmante!

p.s. per chi volesse un resoconto del workshop, lo trova qui

 

Mi chiedono un parere: dateglielo anche voi

Scrive su questo blog Alessandro, neo responsabile dei Giovani della Croce Rossa di Pinerolo:

“Ne approfitto per iniziare a divulgare il nuovo indirizzo del Sito Internet del Gruppo Pionieri di Pinerolo:
http://cripinerolo.altervista.org

E’ ancora in fase di costruzione ma pian piano penso che stia venendo abbastanza bene…saremo ben lieti di avere suggerimenti da te per rendere più efficace il nostro messaggio…magari con qualche WIDGET!

Ciao Alby, a presto!”

Come gia’ scrissi sono molto legato a questo Gruppo: un po’ perche’ molti di loro sono miei amici (Alessandro e’ uno di questi) un po’ perche’ credo facciano davvero un buon lavoro. Anche perche’, con la loro presenza, consentono ai giovani di avvicinarsi al volontariato e partecipare alla vita di una grande associazione come la Croce Rossa. In un mondo in cui si dice che i giovani hanno perso la motivazione per fare qualsiasi cosa, non mi sembra poco…

Provo quindi a dargli qualche dritta.

1) Premetto che non sono un fan di Joomla (CMS con cui e costruito il sito). Per come vogliono usarlo (dire chi sono, inserire di tanto in tanto delle notizie, mostrare foto) forse sarebbe stato meglio WordPress. Ma si tratta di gusti personali.

2) Ok il menu’ laterale… ma potete fare di meglio! di solito servono solo 4 pulsanti: chi siamo, cosa facciamo, dove puoi trovarci, come ci puoi aiutare. Ora chiedetevi: se io non so nulla di Croce Rossa, dalla vostra barra laterale trovo le informazioni che cerco? probabilmente non in maniera cosi’ immediata. E se il navigatore non trova subito quello che cerca se ne va (lo facciamo tutti…).

3) Aggiungete foto: come sono fatti i giovani della Croce Rossa? QUALE E’ il loro impegno per migliorare il mondo? Ok mettere i loghi… ma i loghi sono immagini FREDDE, che creano distacco con chi non li conosce. Una foto di voi in azione e’ un’immagine CALDA, che crea empatia e AVVICINA il visitatore\ potenziale donatore\ potenziale volontario.

4) Non vedo la sezione “donazioni”: non avete bisogno di soldi? Non c’e’ nulla di male nel chiedere aiuto, anzi: come diceva il grande fundraiser Rosso ” non bisogna vergongarsi a chidere una donazione, ma bisogna esserne fieri”. Basta la sezione “come puoi aiutarci” nella quale inserire il conto corrente della vostra sede. Fate capire ai navigatori che possono aiutarvi in cio’ che fate: fategli capire che possono essere PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO!

5) Avete una pagina di fan su facebook… beh, datene informazione sul sito! Potete scaricare un banner da attaccare al sito direttamente da Facebook. Fate sapere ai vostri amici on line dove vi possono incontrare.

Per i Widget Alessandro (sai che sono la mia passione ;)) c’e’ tempo…

E voi che leggete, ce ne pensate? ci sono altri consigli da dargli?

Un grosso saluto dal Canada e in bocca al lupo per cio’ che fate!

Quando il Fundraising me lo fai tu

Come al solito, uno dei metodi migliori per imparare a fare fundraising è… guardare cosa fanno gli altri!

C’è chi lo chiama copiare, chi “prendere spunto”, ma da quello che ho visto le iniziative altrui sono sempre un ottimo sistema per generare idee… o almeno avere uno spunto da cui partire!

Andiamo a vedere quindi cosa fanno gli altri, magari in UK o USA.

Scopriremo così che una pratica molto comune è far fare il fundraising… ai propri sostenitori! Dargli cioè gli strumenti (idee, brochures, materiali,…) per organizzare da soli i propri eventi di raccolta fondi. Questo non solo permettere di fare raccolta fondi (ovvio), ma irrobustisce enormemente il legame tra il donatore, cioè l’organizzatore dell’evento, e la non profit.

Per parlare di ciò che conosco un po’ mi concentro su due casi: Croce Rossa americana e Croce Rossa inglese.

La gioventù dell’American Red Cross ha fatto un bel lavoro: dalla pagina del loro sito dedicata al fundraising (e ce n’è molto on line) si possono scaricare banner, widgets, dispense e idee varie, per tutte le occasioni.

La pagina della British Red Cross è però molto più completa!

– dispense con delle idee e suggerimenti per eventi a scuola, nei luoghi di lavoro o nelle feste

– informazioni su questioni legali

– due dritte su come pubblicizzare il tuo evento

– la possibilità di registrarlo on line (così da mantenere i contatti tra la Croce Rossa e il donatore).

– cercando nel sito, trovate anche una puntata del podcast che racconta cosa vuol dire organizzare un evento

– e poi, ciliegina sulla torta: “hai bisogno di un aiuto? contatta il tuo fundraiser di zona

Visto che anche qui in italia gestire i donatori privati sta diventanto più oneroso, forse è arrivato il momento di coivolgere di più, anche con iniziative come queste, quelli che abbiamo già.

Aiutare l’Abruzzo con un armadio

In ambito Anglosassone, le pratiche di personal fundraising sono piuttosto comuni. Per personal fundraising intendo quando un sostenitore o un gruppo di sostenitori organizzano in proprio un’attività di raccolta fondi per la propia ONP. Può trattarsi di una festa, di un concerto, del lavaggio della macchine, del banchetto con torte fatte in casa… o di qualsiasi altra cosa!

Queste iniziative non solo raccolgono fondi, ma aumentano la diffusione del brend e legano im maniera più forte il donatore e la l’organizzazione: chi mai, dopo aver passato un pomeriggio a lavare macchine per la propria associazione, il giorno dopo può decidere di interrompere la propria donazione?

Se nel mondo anglosassone tali pratiche sono appunto diffuse e incentivate (ad esempio lo splendido esempio di Oxjam, oppure date un’occhiata al post di Paolo Ferrare dedicato algi strumenti on line di personal fundraising), da noi siamo appena agli inizi.

Una iniziativa su cui si può puntare, divertente e non troppo impegativa per il donatore, è quello delle scommesse (avete presente Cesviamo?).

Pensate che in Inghiletterra sono talmente diffuse le scommesse per beneficenza, che ormai scommettono su qualsiasi cosa (mi è giunta la voce di una donna in cinta che ha lanciato la scommessa “sarà maschio o femmina”?).

E qui arriviamo ad un caso Italiano… almeno al 50%!

La cara amica Elena, residente a Londra, ne ha fatta un’altra delle sue. Ispirata dai suoi colleghi, che per un’iniziativa aziendale stanno lanciando una scomessa dopo l’altra, ne ha creata una personale.

Cari amici, ho appena sistemato camera mia: scommetto che riuscirò a tenerla in ordine, almeno per un mese, e se non ce la farò i soldi della scommessa saranno donati alla Croce Rossa per l’intervento in Abruzzzo. Potete scommettere anche voi se riuscirò o meno nell’impresa. Se pensate che non ci riuscirò e avrete ragione voi, sarò io a donare per voi la somma che avete scommesso.

Il tutto diffondendolo solo con il passaparola e senza nessuno strumento on line, se non un gruppo su facebook.

L’idea mi piace molto, è divertente, porterà dei suoi amici a donare, ed è estremamente semplice.

Dato che mi sto dedicando in questo periodo allo studio del fundraising on line, mi sono permesso di darle alcuni suggerimenti che secondo me potrebbero fuzionare.

1) fai un video da caricare su FB (ma anche su Youtube) nel quale spieghi la scommessa, e perchè è importante partecipare.

2) Manda attraverso il gruppo degli aggiornamenti, per tenere gli scommettitori “caldi”: anche solo pubblicando settimana dopo settimana lo stato della tua cameretta

3) manda una mail a tutti i i contatti, speigandoli l’iniziativa e invitandoli al Gruppo.

4) Prova ad aprire una pagina di fundraising on line (magari con Justgiving); sui tuoi amici inglesi potrebbe avere più impatto

5) metti un premio (magari una donazione aggiuntiva di5 euro) per chi porterà il maggiornumero di scommettitori.

6) pubblica costantemente lo stato delle scommesse e quanto manca all’obiettivo che ti sei prefessita

Quuesti come consigli base: qualcuno ha altri suggerimenti?

Nel frattempo ho fatto la mia scommessa: 5 euro che non riuscirà a tenerla in ordine… e voi?

5×1000: alcune riflessioni…

Visto che sono gli ultimi giorni per fare la dichiarazione dei redditi, si avviano a conclusione anche le varie campagne sul 5X1000.

Personalmente, la mia premura è stata quella di informare soprattutto i volontari della mia associazione su questo mezzo di raccolta fondi; elaborando con altri volontari  le slides che vedete qui sopra, con dei materiali scaricabili e un po’ di promozione on line.

Non mi pronuncio nuovamente sulle recenti polemiche sull’argomento (ne ha parlato Jacopo), ma certamente è un meccanismo fiscale da modificare: almeno in due punti.

1) Stabilità: da quando è nato, il 5X1000 e sempre cambiato di anno in anno: e questo genera confusione nei beneficiari e nei contribuenti (“ma quest’anno ne abbiamo ancora diritto? ci sarà il tetto massimo”?). Renderlo un meccanismo stabile nell’ordinamento fiscale è alquanto auspicabile.

2) Fare in modo che le associazione sappiano chi ha destinato a loro il 5×1000. Magari facendo come in UK o Irlanda, dove sono le associazioni stesse a portare all’agenzia delle entrate le firme dei contribuenti.

La modifica su cui sono invece sono d’accordo (e penso di essere tra i pochi) è il tetto massimo; il 5X1000 non può andare oltre una certa soglia.

Perchè? Perchè altrimenti lo Stato ci fa la figura del fesso. Chiede le tasse (che in italia sono anche piuttosto alte) e poi permette di destinare una grandissima parte di questi introiti alle associazioni? Potrebbe venire il dubbio che non sappia cosa farsene… o che pensa che dei privati potrebbero usare questi fondi molto meglio (e da cittadino italiano, spero che non sia così)

A questo punto, tanto varrebbe abbassare la tasse dell’IRPEF del 5X1000, e lasciare la gente libera di fare la propria donazione.

Che ne pensate?

Terremoto in Abruzzo: la Croce Rossa c’è!

Questa volta non vi scrivo per raccontarvi la storia di una raccolta fondi ben fatta, per dare uno sguardo a quello che succede all’estero, per apprezzare un nuovo strumento online.

Questa volta vi scrivo perchè c’è bisogno; e subito.

I fatti non hanno bisogno di essere riassunti; gli interventi sono ancora in atto, e hanno bisogno di sostegno. Il mondo del non profit che si occupa di emergenza si è subito attivato, e gli italiani hanno dato una prova di solidarietà e di mobilitazione davvero impressionante. e commovente. Sono questi i momenti in cui un popolo si (ri)scopre unito. Francesco Quistelli ha ben riassunto come si è mosso il fundraising italiano in questo post (hanno parlato del terremoto anche sul blog di Postel e su quello Internazionale e Italiano di Ammado)

La popolazione dell’Abruzzo continua però ad avere bisogno di aiuto; anzi, ora ne avrà ancora più.

La Croce Rossa è presente sul posto sin dai primi momenti; con il sostegno psicologico, con le tende da campo, con le cucine che stanno sfornando 22.000 pasti al giorno.

Per ulteriori informazioni, vi rimando al sito ufficiale della Croce Rossa Italiana.

Per fare una donazione le modalità sono queste:

Conto Corrente Bancario
C/C BANCARIO n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati
Tesoreria – Via San Nicola da Tolentino 67 – Roma
intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 – 00187 Roma.
Coordinate bancarie (codice IBAN) relative sono:
IT66 – C010 0503 3820 0000 0218020
Causale: PRO TERREMOTO ABRUZZO

Conto Corrente Postale n. 300004
intestato a: “Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 – 00187 Roma
c/c postale n° 300004
Codice IBAN: IT24 – X076 0103 2000 0000 0300 004
Causale: Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO

Donazioni on line:
È anche possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI all’ indirizzo:
http://www.cri.it/donazioni

Anche dall’estero, tutto il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sta lavorando con la Croce Rossa Italiana per rispondere all’emergenza; guardate cosa fanno la Croce Rossa Inglese e La Federazione Internazionale.

Un appello ai blogger; molti di voi stanno dando già comunicazione della possibilità di donare. Lanciamo tutti un segnale, anche quelli che solitamente non si occupano di questi argomenti. Dimostriamo come internet non sia solo un mezzo per comunicare, ma anche uno strumento per salvare vite.

La testimonial che vorrei

Molte ONP hanno dalla loro parte dei testimonial; persone note nel mondo dello spettacolo, degli affari, della cultura,… che prestano la loro immagine in favore di una buona causa. Eccovi un caso di eccellenza in questo settore.

Ancora una volta si tratta della British Red Cross (li seguo con attenzione, e fanno cose davvero interessanti) e della giovane cantante anglo- georgiana Katie Melua, in Italia ancora poco nota ma molto amata in UK e USA, autrice di canzoni pop acustiche come la famosa “Nine Milion Bycicles”.

Nel dicembre 2007 Katie Melua pubblica il singolo “What a wanderful word”, cover della celebre canzone di Luis Armstrong (il video è qui sopra), cantato con Eva Cassidy: tutti i proventi saranno destinati alla British Red Cross.

Il disco è un successo, e in poco tempo raggiunge la vetta della chart inglesi, posizionandosi al n°1!

Nelle sue uscite pubbliche Katie continua a parlare della sua collaborazione, e del fondamentale lavoro che svolge la BRC.

Il loro cammino insieme però non si interrompe. Una delle attività sui cui la British Red Cross punta molto sono i corsi di primo soccorso alla popolazione; ed ecco perciò Katie seguire uno di questi corsi, invogliando altri giovani a parteciparvi e dichiarando che “imparare il primo soccorso può salvare delle vite, e chiunque può farlo!”

In concusione, possiamo vedere che ci sono due modi di fare ricorso ai testimonial.

La partecipazione “spot”, magari solo con un evento, dove si cerca di avere dalla propria un qualsiasi personaggio famoso (anche la velina di turno, che a parte la gradevolezza estetica poco può aggiungere) per “attirare l’attenzione”.

Oppure, come nel caso di sopra, un testimonial selezionato che conosce e apprezza l’ONP, che si rende partecipe e si coivolge, con un rapporto continuato, nelle attività. Non una semplice apparizione, quindi, ma un vero e proprio amico.

London Calling: visita alla British Red Cross

Terza e ultima puntata della serie “London Calling”.

Come avevo già preannunciato, la terza puntata della serie London Calling avrebbe narrato la mia visita ad un’importante nonprofit con sede a Londra.

La rosa di candidati su cui lanciare scommesse non era certo ristretta; nella capitale britannica hanno sede, giusto per citarne alcune, il segretariato internazionale di Amnesty International, quello di Salvation Army, Oxfam,…

Grazie ad alcuni contatti, ma soprattutto alla insostituibile Elena (ve ne ho parlato qui), sono riuscito a visitare la sede della British Red Cross. Ve ne ho parlato molto spesso (qui, qui, e qui) perchè credo rappresenti un modello di efficienza negli interventi e di grande professionalità nella raccolta fondi. E con questa visita ne ho avuto conferma.

Dopo una telefonata che mi da la conferma della visita, prendo la metropolitana (circle line) e mi dirigo fino alla fermata Moorfields. Il mio contatto è una certa Annalisa.

La sede della British Red Cross è un edificio piuttosto modesto; un parallelepipedo di qualche piano, con un pianterreno costituito da ampie vetrate, tanto che da fuori si riesce a vedere tutto la reception. All’ingresso, in bella mostra, uno dei loro fuori strada usati durante le emergenze; in Inghilterra infatti sono molto attivi sul fronte dei disastri naturali.

La receptionist, una signora anziana e molto rassicurante, mi accoglie con cordialità: informa subito Annalisa del mio arrivo, mi consegna il Badge con il mo nome (Alberto Geone; devo imparare a fare lo spelling in Inglese…) e, una volta saputo che sono un volontario della Croce Rossa Italiana, mi regala una spilletta. Mancava solo che mi offrisse il tè!

Mentre aspetto Annalisa mi siedo sulle poltrone di attesa, sfogliando un loro volantino sulle donazioni regolari. Poco distante, due persone stanno siglando un accordo, con tanto di stretta di mano e foto di rito. Forse si tratta di una delle loro partnership, come quella con la Tesco.

Qualche minuto dopo una ragazza esce dall’ascensore: “Alberto, vero? Io sono Annalisa…”. Una volta che sinceratomi (con mio grandissimo solievo) che si tratta di un’italiana, Annalisa mi conduce al piano inferiore, dove si trova la loro mensa/ zona relax chiamata “Dunant’s dinner”. Comodamente seduti ad un tavolo, dopo avermi consegnato un pacchetto delle loro pubblicazioni e depliant, comincia la chiaccherata.

La mia “guida” è Annalisa, giovane italiana che dopo aver conseguito un master sul nonprofit e nel settore per qualche tempo in madrepatria si è trasferita in UK ed è entrata nella grande famiglia della Croce Rossa. Qui a Londra si occupa del training per i futuri delegati internazionali: un lavoro non da poco. “La BRC spende circa metà del budget in missioni all’estero” mi spiega Annalisa “e tiene moltissimo alla professionalità dei suoi interventi”. La BRC ad esempio fa parte del DEC, la versione inglese della nostra Agire.

“E in UK, come siete messi?” Dai dati che mi fornisce Annalisa, mi trovo davanti ad un’ONP più che florida. Circa 33.000 volontari, impiegati in numerose attività. Il fundraising, soprattutto grazie alla capillare rete di charity shops; l’insegnamento alla popolazione del primo soccorso; l’assistenza a concerti e altri eventi di massa; le attività socio-assistenziali,… L’età media dei volontari forse è un po’ alta, “ma stiamo studiando diversi modi per coinvolgere di più i giovani; è una delle priorità per i prossimi anni”.

I dipendenti invece in UK sono circa 3.000; alla sede di Londra, una volta assunto ognuno di loro segue un mini corso sulla storia e la struttura del Movimento di Croce Rossa e sul “first aid”; dovranno pure sentirla la mission, no?

due volontari durante la appeal week

Fuori dalla mensa trova spazio un piccolo museo, con qualche 4- 5 pezzi storici custoditi dentro teche di vetro; tra di questi, uno dei tanti “secchielli” che viene usato per la raccolta fondi per strada, soprattutto durante la appeal week.

Poi, una breve visita ai piani superiori; tutti open space con diverse persone al lavoro. Tra di questi, il piano dedicato alle operazioni all’estero, colorato da bandiere e ricordi dei paesi dove sono intervenuti, e una stanza con all’interno una piccola biblioteca, per garantire l’aggiornamento del personale. Trovano spazio riviste sul diritto internazionale umanitario, riviste di medicina e, ovviamente, quelle sul fundraising!

Tornato al piano terra, saluto Annalisa: è stata gentilissima a dedicarmi tutto questo tempo, ma per lei è venuto il momento di tornare al suo lavoro; la Croce Rossa non si ferma mai!

Uno degli slogan creati per invogliare la popolazione a imparare il primo soccorso è “Save a life!”, “Salva una vita!”. Alla British Red Cross ogni giorno ne salvano più di una.