Qui le parole non servono

Grazie all’amico Matteo Cavallo, responsabile dei Giovani di Croce Rossa della provincia di Cuneo, scopro questo bellissimo video.

Che in parte riconferma quanto detto nel precedente post e in altri: spesso non servono effetti speciali ma “solo” della vera, umana semplicità.

Il virale per il non profit

Poco tempo fa su enjoy the market, il blog di Laura dedicato a quanto di nuovo si muove nel marketing, ho partecipato ad una discussione sui video virali per il profit: cosa sono, come sono fatti, quale è il loro scopo.

Grazie a Laura ho imparato che:

1) I filmati virali sfruttano i nuovi media per diffondersi (come un virus appunto) grazie al meccanismo del passaparola di cui si controlla in parte gli effetti (fai circolare quello che vuoi che circoli…o almeno ci provi!)

2) Lo scopo non tanto quello di pubblicizzare un prodotto , ma di diffondere un’immagine di sè dinamica e divertente.

3) Uno dei fattori del successo (che non è così scontato o facilmente riproducibile) di questi viral è la loro capacità di differenziarsi e rimanere nella memoria del fruitore.

E i viral come possono dare una mano al non profit? vediamo tre esempi.

Forse la Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa è arrivata un po’ tardi nell’uso degli strumenti del web 2.0; ma ultimamente si sta riprendendo alla grande, e il suo canale su Youtube (dove trovate anche questo video) ne è uno splendido esempio.

In questo video la parola d’ordine è semplicità: musica accattivante, semplici foto che ritraggono persone, volontari o beneficiari dei servizi, brevità (appena 30 secondi), sito internet ben in evidenza. Il focus è qui sulle persone, con le parole “humanity” and “togetther” ripetute più volte.

Una delle nonprofit che meglio usa il web: Greenpeace! Qui si punta davvero sull’aspetto emozionale, anche perché il video è concepito per convincere le persone a prendere posizione su un tema. Musica e immagini si collimano alla perfezione, il ritmo serrato di metà video fa poi posto ad un’atmosfera più rilassata, per far riflettere su quello che si è visto.

Greenpeace sa usare il web dicevamo: tant’è che, promuovendolo con i mezzi giusti, il video è stato visto circa 450.000 volte…

Questo video invece mi ha colpito per una cosa: non credo che per realizzarlo siano occorsi grandi mezzi. Foto di attività, un programma di video editing (ce ne sono moltissimi gratuiti) e qualcosa di importante da dire.

Questo è il bello del web, che permette a tatti, anche con le risorse scarse di cui dispongono molte onp, di promuovere il proprio messaggio.

Se inoltre volete consigli su come usare i video per le nonprofit, su http://www.internet-fundrasing.it sono state segnalate queste bellissime slides.