Tornato dal Festival: con voglia di fare e di provare

Il secondo festival del fundraising si è concluso: anche quest’anno ho auvuto modo di partecipare allo stand di  Ammado, il social network (ma non solo) dedicato al non profit. Grazie quindi a Kate Carlise, la businnes development manager di Ammado in Italia, che mi ha permesso di lavorare con lei; una “compagna di viaggio” simpatica e disponibile, dalla quale ho imparato davvero molto.

L’evento è stato sicuramente un successo: per l’impegno dei volontari e del comitato organizzatore, per la voglia di scambiarsi idee ed esperienze dei partecipanti, per la ventata di spunti e novità dei relatori stranieri.

Rispetto all’anno scorso però, ho notato due differenze.

In primo luogo, c’è stato più network: più voglia di conoscerci, maggior scambio di biglietti da visita, insomma una maggior voglia di interazione, che forse è il più grande patrimonio del Festival.

Poi, se l’altro anno molti erano venuti a Castrocaro con l’idea di fare un corso di fundraising a basso costo (e credo che in alcune occasioni il festival si fosse proposto così), quest’anno invece l’atmosfera era ancora di più quella di un incontro degli operatori del settore.

Tra le cose più belle che mi porto dietro, l’aver incontrato dal vivo, anche solo brevemente,  alcune persone che prima avevo sentito solo on line, (come Francesco Quistelli, che sul Festival ha scritto alcune belle osservazioni) e aver ritrovato alcuni che non vedevo dall’anno scorso, come Paolo Ferrara.

L’energia dei relaotori stranieri, Pidgeon e Mallabone.

Gli spunti dalla sessione di Paolo Ferrara e Matilde Puglisi, dedicata al fundraising on line; pensavo che l’email avesse come vantaggi solamente i bassi costi e la velocità, e non avevo mai riflettuto sulle enormi potenzialità di questo strumento per monitarare anche le preferenze dei donatori. perciò… grazie per avermi aperto la mente! (alcune osservazioni sull’agomento le ha fatte proprio Paolo qui).

L’entusiasmo e la simpatia degli altri partecipanti (in primis, i miei compagni del Master in Fundraising di Forlì).

e poi, alcune cose che non vedo l’ora di mettere in pratica! ad esempio ho imparato che:

– è meglio cercare donatori piuttosto che che donazioni.

– i donatori non vanno informati di quello che fa l’ONP: vanno COINVOLTI in quello che fa l’ONP.

– dalle chiacchere al bar a volte si può imparare quanto in una lezione.

– devo studiare seriamente inglese; così se mi capiterà di nuovo di partecipare ad una gara di barzellette tra texani (come mi è davvero capitato) potrò capire qualcosa…

Ci si vede al prossimo anno al Festival!

On line è bello

Qualche aggiornamento dal mondo delle donazioni on line…

  • La campagna Score for the Red Cross, di cui avevo già parlato qui e qui, sembra sia andata piuttosto bene. Dal sito ufficiale apprendo che sono stati segnati 501.626 goal (che perciò sono stai donati, per l’appunto 501.626 euro). Il tutto grazie ad un evento sportivo di rilievo, un sito, un po’ di campagna on line e sui media tradizionali, qualche testimonial, un nome pià che noto (la Croce Rossa) una causa importante. Mica male è?
  • L’idea di abbinare solidarietà e calcio evidentemente è piaciuta: Guardate qui: ne aveva parlato Francesco Santini qualche tempo fa.
  • Ammado lancia una nuova funzione, il Giving Circle, che si propone di rendere la donazione semplice, sicura e divertente. Un momento, ma… non è lo scopo di qualsiasi attività di fundraising?

Buona donazione e alla prossima!

Faccio la mia parte

“Chi gode con le mani sporche di sangue?

Chi depreda i tesori della vita senza averne diritto?

è tutto lecito, dicono, tanto loro non soffrono

Non c’è ragione di sentirsi in colpa”

Blood Sports

Mi sono venuti in mente i versi di questa splendida canzone degli Style Council mentre leggevo questa notizia sul blog di Ammado. Nelle acque del Mar Rosso un gruppo di immersione sta distruggendo la fauna marina con un tipo di caccia proibito. E lo fanno per un motivo molto semplice: lo trovano divertente.

Se scrivo questo blog sul no profit (e se voi lo state leggendo) è perché abbiamo a cuore anche questi temi. Ho perciò deciso di fare la mia parte. Ammado e internet me ne danno la possibilità. Sono andato sul profilo di Oceanus, la no profit che ha lanciato l’allarme, e ho firmato la petizione per fermare questo massacro.

La petizione la trovate qui.

Vi chiedo di firmarla anche voi.

E ve lo sta chiedendo anche il mondo in cui viviamo.

Mai pensato al podcasting?

Finalmente l’estate; e finalmente tempo di vacanze (io ci andrò tra breve, anche se per poco) o almeno di riposo. Immagino che tutti voi che leggete condividiate con me la voglia di sollazzarvi su una bella sdraio all’ombra, con una bibita fresca (ghiacciata fa male) e il libro che nei mesi precedenti non avete mai trovato tempo di leggere.

Ma se voleste sfruttare il tempo per riposarvi, magari anche scoprendo qualcosa di più sul fundraising, e avete un lettore mp3 a portata di sdraio… beh, cosa c’è meglio di un bel podcast? Eccovene alcuni che trovo molto interessanti.

Fundraising is Beautiful: e come dargli torto? Fare fundraising è bello, e con con questo podcast scoprirete come farlo per le emergenze internazionali, come tenere con voi i donatori e molto altro ancora. Ma ne sta parlando molto meglio Paolo Ferrara su Fundraisingnow.

Ammado podcast: il social network preferito da chi si occupa di nonprofit (è dedicato a questo…) ha lanciato da qualche tempo un podcast con delle interviste davvero sfiziose. Mentre siete sotto l’ombrellone, gustatevi quella a Sarah Atkinson, International Youth Coordinator per Amnesty International, e a Andrew Davies, Web Producer per Greenpeace International.

E poi, se volete ascoltare il podcast di organizzazioni non profit, ve ne segnalo due:

Medici senza frontiere: con aggiornamenti dalle loro zone operative.

American Red Cross: che come sempre fanno le cose in grande, e al loro podcast hanno dedicato un apposito blog.

E con questo è tutto: buon ascolto!

Meno male che c’è Agire!

In questo post, voglio semplicemente fare i complimenti ad Agire. Perchè? I motivi sono davvero tanti.

– é fatta da ONG, tutte peraltro molto importanti, che hanno deciso da fare network, e rimediare così a uno dei limiti del no profit italiano (anzi, dell’Italia): la frammentazione.

– Stanno usando benissimo il web 2.0: anzi, se volete dargli una mano cercano attivisti on line.

– Tengono un ottimo rapporto con i sostenitori (e scusate se è poco): ieri su Ammado gli ho fatto una domanda sugli interventi attualmente in corso, e hanno risposto già oggi, in maniera più che completa! Per leggere la risposta basta andare sul mio profilo su Ammado.

Alla prossima!