Ma se il fundraising è (troppo) facile?

Mi ha scritto l’agenzia che si sta occupando della promozione di “Accendi il futuro”, iniziativa di solidarietà di ING Direct in occasione del 10° anniversario di operazioni in Italia.

Non mi dilungherò molto sull’iniziativa, ma come potrete vedere cliccando sul link partecipare e dare il proprio contributo è semplicissimo.

E qui scatta un interrogativo: fare una donazione deve essere facile, semplice e immediato. Ma se è troppo semplice e veloce…non c’è il rischio che il donatore non faccia in tempo a sentirsi coinvolto? Non rischia di diventare un donatore impulsivo, pronto a donare per qualsiasi buona causa… ma a dimenticarsene 5 minuti dopo? Donatori del genere sono fidelizzabili?

Voi che ne pensate?

Festival Fundraising 2011: speriamo di esserci

 

Mi ha scritto Sara Boschetti, che si sta occupando dell’ufficio stampa del Festival del Fundraising, chiedendomi se potevo parlarne su questo blog.

E lo faccio ben volentieri! Da quanto è nato, ormai 3 anni fa, sono riuscito a parteciapare a tutte le edizioni. Ho avuto perciò la fortuna di poterlo vedere crescere, da evento- sorpresa (che già il primo anno aveva avuto adesioni superiori ai posti) all’evento annuale che tutta la comunità di fundraiser aspetta: molto spesso, parlando con altri colleghi, ho sentito dire “ci si rivede al Festival!”.

Per quanto mi riguarda, questa manifestazione mi ha un po’ cambiato la vita: è stato lì il primo anno che ho conosciuto dal vivo Paolo Ferrara e Francesco Santini, di cui fino ad allora avevo solo letto o commentato i blog. E’ stato lì che ho potuto informarmi in prima persona sul master in fundraising, parlando anche con ex studenti, e quindi decidere che quello era il percorso di studi adatto a me.

E’ stato poi al Festival che, durante la seconda edizione, ho conosciuto Guy Mallabone, con cui ho poi avuto modo di fare uno splendido  stage in Canada, presso il SAIT. Stage per altro che mi ha indirizzato verso il fundraising in ambito universitario (di cui tornerò ad occuparmi a breve 😉 ).

E sempre al Festival durante la terza edizione, stavolta come volontario, ho potuto conoscere nuove persone, reincontrare molto compagni che non vedevo da un po’… e anche divertirmi. Non solo: durante la terza edizione ho trovato finalmente l’occasione di iscrivermi ad ASSIF, e di partecipare in loco alla mia prima assemblea.

Insomma, se non ci fosse il Festival bisognerebbe inventarlo!

Quest’anno purtroppo per motivi lavorativi (ne parlerò tra non molto) difficilmente riuscirò a partecipare…. Ed è un peccato! oltre che al dibattito Digitale Vs Carteceo avrei più che volentieri partecipato all’assemblea di ASSIF, oltre che a godermi alcune succulente sessioni (come ad esempio questa).

Non resta che cominciare a prenotare per l’edizione 2012 😉

Un ottimo modo di usare l’Ipad

Spesso le nuove tecnologie ci possono aiutare in modi molto più semplici di come possiamo pensare… Questo mi è stato raccontato da una mia collega che vi ha assistito.

Torino, concerto degli U2. Come forse sapete Bono fa parte del board di ONE, organizzazione che si occupa a livello internazionale di advocacy, e quindi ha fatto modo che ci fosse una rappresentanza dell’organizzazione al concerto. Pertanto i volontari (decine e decine, con una identificabilissima maglietta) hanno girato l’intero stadio prima che il concerto iniziasse muniti ciascuno di un… Ipad! E per farne l’uso più semplice possibile: raccogliere indirizzi e-mail!

La conversazione standard era: “Salve, stiamo raccogliendo le mail delle persone al concerto per poterle iscrivere alla nostra newsletter, e diventare così membri di One. Lei ci lascia la sua? Così grazie a questo Ipad la posso iscrivere subito dal nostro sito, guardi”.

Da dove venivano quegli Ipad? comprati? affittati? donati? Non lo so dire… ma come idea per raccogliere contatti mi è sembrata geniale!

Guida al Fundraising… fatta per i donatori

Qualche tempo fa avevo parlato di alcuni esempi inglesi e statunitensi di come coivolgere i propri donatori fino a farli diventare fundraiser. E’ quello che viene chiamato personal fundraising, e se è vero che sta crescendo molto on line (vedi siti come justgiving o il nostrano e nuovo io dono), non vuol dire che bisogna dimenticarsi del fundraising fatto nella vita reale.

Eccovi ad esempio il kit di WWF UK per chi vuole organizzare un evento di raccolta fondi: c’è proprio tutto, da una mini guida con delle idee ai volantini (uno anche in bianco e nero, ottimo per le fotocopie). Con materiali del genere e con l’aiuto che ti possono dare (per chi ha bisogno, c’è un numero di telefono e un’e-mail) c’è il forte rischio che organizzare un evento di fundraising sia facile, anche magari anche divertente!

Mi piacerebbe molto vedere un esempio così ben fatto anche in Italia.

Incontro Assif sulle tariffe postali

Sembra quasi che ci siamo riusciti… l’incontro dell’Assif del 31/5 inerente il recente aumento delle tariffe postali per le non profit, da tenersi in video conferenza tra Milano e Roma, avrà anche una sede Bolognese. Stiamo verificando le possibilità tecniche per farlo su skype o, al massimo, per telefono.

per chi volesse partecipare, basta recarsi alla Pillola 400, in via Algardi 3/a

Ovviamente, c’è anche un evento su Facebook.

Un saluto e, per i Bolognesi, ci vediamo lunedì 31!

Perchè andare al Festival del Fundraising

Mi ha scritto Francesca, mia ex compagna del Master in Fundraising che attualmente si sta occupando dell’ufficio stampa del Festival in Fundraising, chiedendomi se posso scrivere qualcosa a riguardo sul Festival.

E io lo faccio con piacere: anche quest’anno infatti parteciperò (mi sono già preso ferie a riguardo), e stavolta in veste di volontario. E lo faccio perché ritengo che il Festival sia un degli appuntamenti imperdibili per chi svolge questa professione in Italia; quelli che troverete qui sotto sono motivazioni del tutto personali, ma proprio per questo vorrei avere una vostra opinione a riguardo.

Innanzitutto, ci andrò per le persone: persone nuove (come il primo anno in cui sono andato e non conoscevo nessuno) e quelle che conosco già, e che forse il Festival è una delle poche occasioni per reincontrare: Irene, Alessandra, Renato, Tania, Sonia e tutti gli altri compagni del master, il professor Mallabone, persone che l’altro anno ho solo incrociato come Emma Cicereri… ci vediamo tutti li! Personalmente, ritengo che il festival sia un’ottima occasione anche per portare il proprio CV…

Poi ci andrò per le sessioni: date un’occhiata al sito, ce ne sono per tutti i gusti. Nel tempo libero che avrò cercherò di seguire qualcosa sull’online (probabilmente la sessione di Paolo Ferrara), qualcosa sul rapporto con i donatori (qualche relatore estero ma anche il nostrano Daniele Fusi) e sui lasciti, un settore da tenere sotto occhio. E poi, la sessione di Guy Mallabone sui grandi donatori ovviamente, che consiglio a tutti anche solo per la carica che sa trasmettere.

Ci andrò per fare gruppo: credo che i fundraisers in italia siano ancora troppo divisi, e finchè non ci mettiamo a lavorare insieme per far crescere e conoscere questa professione non andremo molto lontano. Il Festival è un passo fondamentale di questo processo.

Ci andrò per tornare carico: come mi era successo l’anno scorso.

e, poi, non neghiamolo, ci vado anche per divertirmi 😉

Dal sito del festival vedo che ci sono ancora alcuni posti disponibili, quindi… ci si vede a castrocaro!

L’alumni week-end

Gli eventi, si sa, portano via tempo, risorse ed energie: ma sono uno strumento fondamentale per mantenere i contatti con i donatori e coinvolgerli nella vita dell’organizzazione.

Quello che vedete sopra è un video realizzato alla Johns Hopkins a Baltimora, e riprende alcuni momenti di una classica tipologia di eventi delle università nord-americane: l’Alumni Week-End.

Detto in soldoni, si tratta del fine settimana in cui gli ex studenti di tutte le annate tornano all’università per reincontrarsi, conoscere altri ex (ma anche attuali) studenti, partecipare ad incontri e conferenze, e soprattutto… divertirsi!

Il bello di questo tipo di evento? e’ che, pur non essendo strettamente legato al fundraising, serve incredibilmente a rinsaldare il legame con l’Istituzione; perché contribuisce a creare quel senso di COMUNITA’ che porta i donatori vicini alla causa. E, di conseguenza, a donare.

Buona visione!

Il fundraiser non è un mago… e neanche un venditore di panettoni

“hai studiato fundraising? wow, allora ci potrai aiutare a vendere i panettoni che ci sono avanzati dalla giornata di piazza: ne abbiamo il magazzino pieno!”.

Chi mi parla è un’amica ritrovata inaspettatamente a Bologna, e che ora ricopre ruoli dirigenziali in un’organizzazione non profit. Del fundraising ha sentito parlare, ovvio, ma dal tono della conversazione mi rendo conto di cosa la gente in genere pensa sia il fundraising.

Credo infatti che sia diffusa la sensazione che il fundraising sia una serie di “trucchi” (per alcuni anche inganni) che consentono di prendere più donazioni. Per fare il fundraiser servirebbe quindi fantasia, inventiva e originalità… nonchè una grande dose di faccia tosta per “chiedere alla gente soldi”.

Non che fantasia originalità non servano, sia ben inteso… ma non credo sia questo il punto. Fundraising è realizzare scambi sociali convenienti per entrambe le parti; per l’organizzazione e i beneficiari, che ricevono la donazione, e per il donatore, che sa di aver dato il suo contributo a una causa a cui tiene.

Ridurre il fundraising a scelte cromatiche (“il volantino facciamolo rosso, che si vede di più”), musicali (“facciamo un concerto pop, attira più gente”) o alimentari (“macchè cena solidale: facciamo un bell’aperitivo!”) credo che sia sminuente. E anche inesatto.

Nel caso dei panettoni… prima di chiedersi “come facciamo fuori quelli che ci avanzano?” credo che l’organizzazione in questione avrebbe dovuto chiedersi:

1) Quanto vogliamo raccogliere… e per che progetto?

2) Abbiamo sufficienti volontari e risorse per gestire una giornata di piazza?

3) La cifra richiesta è adeguata?

4) Chi potrebbe essere più interessato a farci una donazione in questo modo? come promuoviamo presso target l’iniziativa (radio? giornali? internet?) e dove possiamo trovarlo? (piazze? scuole? cinema? mercati?).

5) Quale è il momento migliore per vendere i panettoni (8 dicembre? sabato o domenica? siamo sicuri che non ci siano nella stessa piazza iniziative simili di altre associazioni?)

6) Come teniamo i contatti di chi ci compra i panettoni? (iscrizione a newsletter?)

7) E poi, la domanda più importante: non c’è un’altra possibile iniziativa che possiamo fare che potenzialmente può rendere di più impegnandoci di meno?

Se invece si è già deciso che si vogliono vendere panettoni, ad una determinata cifra in un determinato posto, questi panettoni avanzano e si cerca qualcuno che abbiamo un modo per venderli tutti… più che un fundraiser serve Silvan!

Un fare volontariato (per me) diverso

photo by dheuer

photo by dheuer

All’interno del mio internship al SAIT, il politecnico di Calgary, in questo periodo sto lavorando ad un evento che coinvolgera’ parecchi volontari. E’ per me un’esperienza davvero interessante, perche’ mi permette di osservare le modalita’ con cui vengono cercati, selezionati e infine formati i volontari.

Prima cosa che mi ha stupito (ma in fondo non troppo): il principale canale di reclutamento per i volontari sono… i dipendenti e gl studenti stessi del SAIT! Che decidono di dedicare un po’ del loro tempo libero per l’istituzione di cui, nella maggior parte dei casi, sono orgogliosi di far parte. “Sono contenta di partecipare ad eventi come questo” mi disse una insegnante ad un evento precente “cosi’ ho modo anche di conoscere i miei colleghi di altri dipartimenti”.

Da quello che ho notato, le persone fanno volontariato principalmente per i seguenti motivi:

– aiutare la comunita’ (ovvio… ma non troppo)

– conoscere persone nuove… o passare del tempo con i propri amici

– essere formati, imparare cose nuove

– sentirsi ringraziati

Credo che ogni proposta di volontariato dovrebbe mettere bene in evidenza questi aspetti, e dedicarci tempo e risorse! Oltre all’evento in cui i volontari saranno impegati, stiamo infatti lavorando anche su… un evento dedicato a loro per ringraziarli!

L’altra cosa che mi ha particolarmente colpito, e’ che qui cercano volontari anche solo per un evento.

“Il volontariato e’ una forma di relazione umana” mi spiega una collega: “Quindi puo’ cominciare con un appuntamento (volontariato per un evento), proseguire in maniera piu’ intensa (volontariato per un progetto) e poi diventare un relazione molto solida (ad esempio, diventare parte del direttivo). Molte organizzazioni invece ti chiedono di sposarle al primo contatto che hai con loro: e questo allontana molti possibili volontari”.

Per finire, due suggestioni su web.

Volunteer Canada; si tratta di un’organizzazione il cui scopo e’ diffondere la cultura del volontariato e… trovare volontari per le altre non profit! Se qualcuno e’ interessato a fare volontariato, contattatta la sede piu’ vicina (ecco la sede di Calgary) e si informa sulle opportunita’ del momento. Per altro hanno una biblioteca virtuale davvero interessante.

Energize inc.: organizzazione (profit) che si occupa di volontariato: anche qui, una biblioteca virtuale vastissima.

Buon volontariato a tutti!

Quando il Fundraising me lo fai tu

Come al solito, uno dei metodi migliori per imparare a fare fundraising è… guardare cosa fanno gli altri!

C’è chi lo chiama copiare, chi “prendere spunto”, ma da quello che ho visto le iniziative altrui sono sempre un ottimo sistema per generare idee… o almeno avere uno spunto da cui partire!

Andiamo a vedere quindi cosa fanno gli altri, magari in UK o USA.

Scopriremo così che una pratica molto comune è far fare il fundraising… ai propri sostenitori! Dargli cioè gli strumenti (idee, brochures, materiali,…) per organizzare da soli i propri eventi di raccolta fondi. Questo non solo permettere di fare raccolta fondi (ovvio), ma irrobustisce enormemente il legame tra il donatore, cioè l’organizzatore dell’evento, e la non profit.

Per parlare di ciò che conosco un po’ mi concentro su due casi: Croce Rossa americana e Croce Rossa inglese.

La gioventù dell’American Red Cross ha fatto un bel lavoro: dalla pagina del loro sito dedicata al fundraising (e ce n’è molto on line) si possono scaricare banner, widgets, dispense e idee varie, per tutte le occasioni.

La pagina della British Red Cross è però molto più completa!

– dispense con delle idee e suggerimenti per eventi a scuola, nei luoghi di lavoro o nelle feste

– informazioni su questioni legali

– due dritte su come pubblicizzare il tuo evento

– la possibilità di registrarlo on line (così da mantenere i contatti tra la Croce Rossa e il donatore).

– cercando nel sito, trovate anche una puntata del podcast che racconta cosa vuol dire organizzare un evento

– e poi, ciliegina sulla torta: “hai bisogno di un aiuto? contatta il tuo fundraiser di zona

Visto che anche qui in italia gestire i donatori privati sta diventanto più oneroso, forse è arrivato il momento di coivolgere di più, anche con iniziative come queste, quelli che abbiamo già.