Libri Fundraising in vendita

Un manuale di fundraising può aiutarti a potenziare a tua raccolta fondi: qui un elenco di libri di fundraising in vendita

Libri manuali fundraising

AGGIORNAMENTO: TUTTI I LIBRI SONO GIA’ STATI VENDUTI. SI RINGRAZIA CHI HA PARTECIPATO ALL’INIZIATIVA

Causa mancanza di spazio,  non posso più tenere alcuni libri sul Fundraising e il non profit. Ho pensato quindi di darvi l’elenco qui; probabilmente a qualcuno possono interessare, dato che si tratta anche di ottimi testi.

Trovate sotto l’elenco, con un link che vi da le informazioni sul libro e due righe di commento personale.

Per venirvi incontro, cedo questi libri a circa un terzo del loro prezzo di copertina; se pensi di prenderne un po’, possiamo anche valutare un ulteriore sconto.

Ora, come te li faccio avere (perchè li vuoi comprare, vero ? 😉 ).

Se sei di Torino, ci incontriamo dal vivo

Se sei di Milano… beh, ci vengo a breve. mettiamoci d’accordo.

Se sei di altre posti… organiziamo una spedizione (che si va ad aggiungere al costo totale dei libri).

Per avere i libri o ulteriori informazioni a riguardo, contattami tramite il form qui sotto.

Eccoti l’elenco di libri e manuali di fundraising: buona Lettura!

 

Strumenti Giuridici per il Fundraising, 9,50  3 Euro. Un agevole testo con le principale normativa sul fundraising. é di un paio di anni fa, ma in buona parte ancora valido

Libertà di Fundraising: 9,50 3 Euro. pamphlet di Valerio Melandri sui freni che bloccano il fundraising in Italia, e di come rimuoverli. Non son d’accordo su tutto (ma, come diceva Mark Twain, “se la pensassimo tutti allo stesso modo, non esisterebbero le corse di cavalli”), ma sicuramente merita.

Fundraising Online: 9,50 3 Euro. Non sai niente di fundraising online e vuoi farti una cultura? comincia da qua. I due autori, due veri esperti, ti guideranno in una non approfondita, ma sicuramente completa disamina delle potenzialità di “andare online

Integrare il fundraising: 9,50 3 Euro. Scritto da Daniele Fusi, libro molto pratico e ricco di buoni spunti. Indispensabile se state creando una strategia di FR.

La Privacy per il Nonprofit e il fundraising: 21 7 Euro: testo vecchiotto (2007), ma utile. Il sunto? la privacy è una bella gatta da pelare.

Scrivere di Fundraising: 9,50 3 Euro: Se è vero che il fundraising è anche “raccontare storie”, allora per fare bene fundraising bisogna raccontare bene. In questa agile guida alcuni consigli indispensabili per farlo

Trovare lavoro nel nonprofit:23,50 7 Euro. L’ho usato all’inizio, e fornisce buoni consigli per trovare un lavoro (non solo nel non profit)

Viaggio nel Fundraising: 16 6 Euro: a parte una breve introduzione sul fundraising, contiene delle interessante interviste a fundraiser professionisti e sul loro lavoro

Il fundraising in italia: 25 8 Euro: storia del fundraising nel Bel Paese.

Programmazione e Controllo nel Non Profit: 25,50 8 Euro. Ok, non è che proprio l’adrenalina scorra mentre lo si legge. Ma se ti occupi di aspetti manageriali, ti servirà parecchio (se stai facendo un budget, se ti chiedi cosa è il breakeven,…)

People Raising: 20,7 6 Euro. credo che non abbia bisogno di spiegazioni oltre al titolo. Se invece non comprendi di che parla… beh, ti conviene allora comprarlo!

I Costi del Fundraising; 9 3 Euro: Cosa è il Long Term Value? E come Calcolare il Roi di un mailing su prospect?Ce la faremo a raggiungere il breakeven? Le risposte a queste domande che non i facevano dormire la notte in sole 41 pagine

Fundraising with The Raiser’s Edge: 45 Dollari: 20 EUro: Bill Connors ci guida attraverso le magie del più noto e popolare database per il fundraising nel mondo: The Raisers Edge! il testo è di qulche anno fa, quindi anche alcuni impostazioni del software saranno cambiate. Ma per chi si occupa di DB (o sta scegliendo quale usare), si tratta di un’utilissima guida.

La campagna di Raccolta Capitali: 28 15 Euro. Ok, la tua ONP ha finalmente deciso di lanciare una raccolta capitali seria. Basta cene di autofinanziamento e basta! In questo libro troverai i consigli su comq pianificarla, come coinvolgere il direttivo, e un utile corredo di moduli da compilare per pianificare al meglio

Materiali per un corso di Fundraising: 38 15 Euro: Il libro, rieditato più volte, contiene materiali del Prof. Melandri nei sui corsi. Dalla raccolta capitali al fundraising online, dalle grandi donazioni ai bandi… e molto altro ancora

 Telemarketing per il Sociale: 29 10 Euro: Il sottotitolo recita “Il fund raising telefonico efficace”. Occorre dire di più?

Promuovere una fondazione dedicata alla raccolta Fondi: 27 10 Euro. Qui il sottotitolo è “La strategia del Fundraising nel lungo termine”, e anche qui mi sembra che non ci sia molto altro da dire.

Chiedere e ottenere grandi donazioni: 28 10 Euro. Un campo della raccolta fondi ancora sottovalutato in Italia. Con questo manuale, i primi passi da compiere e la logica da seguire.

 

Ice Bucket, il Papa e me

Ice Bucket Challenge

Ice Bucket Challenge

Aprile 2012… gasp, è più di due anni che non scrivo su questo blog.

Salterò le consuete righe di scuse  (“sono stato impegnato”, “è stato un periodo frenetico” “il mio criceto ha partorito”…) per concentrarmi su quella che è l’attività di raccolta fondi sulla bocca (e sulle bacheche facebook) di tutti in questo piovoso agosto: la Ice Bucket Challenge.

Il funzionamento è stra-noto, quindi non mi dilungo: si riceve la nomination e ci si fa un video, da pubblicare sui social, nel quale ci si fa versare addosso un secchio di acqua gelata. Contemporaneamente si fa una donazione in favore delle ONP che si occupano di SLA.

Ciò fatto, si nominano altre tre persone, invitate a far lo stesso.

Il fenomeno è nato negli USA e si è diffuso da noi in modo virale, complice anche il riscontro mediatico dato dalla partecipazione di alcune celebrità; da Bill Gates a Justin Bieber (di cui, alla veneranda età di 29 anni, fatico a comprendere il successo).

In ogni caso, il fenomeno ha coinvoltò anche una fetta di celebrità nostrane. Per nominarne due: Fiorello e il Premier Matteo Renzi.

Tra favorevoli e contrari, c’è stato un aspetto che più di tutti ha suscitato critiche: la spettacolarizzazione. L’idea cioè che si renda l’atto di donare un grande, fragoroso e narcisistico circo mediatico, nel quale si è tanto intenti a farsi vedere e a ridere che ci si dimentica di donare.

O, peggio, si enfatizza e pubblicizza la propria donazione. Aspetto a cui sembra riferirsi proprio Papa Francesco nel suo ultimo tweet.

Ora, se sto scrivendo un post sull’argomento è perchè ho un’opinione in merito. E se sei arrivato fin qui a leggere, forse ti interesserà sapere come la penso.

Se è così, ecco in sintesi cosa mi frulla in testa a riguardo:

1) è una bella idea, e credo il suo pregio maggiore sia aver comunicato un problema poco noto a milioni di persone. Ma attenzione, con queste persone si è comunicato, NON le si è coinvolte. Una cosa è fare una donazione in seguito ad un gioco (perchè di tale si tratta, e non credo sia un aspetto da condannare). Ben altra è avere un impegno costante, ripetuto nel tempo. Per dirla in soldoni… se l’iniziativa venisse ripetuta il prossimo anno, quanti la rifarebbero?

2) A dare una rapida occhiata alle bacheche di FB, soprattutto di quelle dei non addetti ai lavori (perchè la maggior parte dei donatori non sono fundraiser, è sempre bene ricordarlo), la Ice Bucket Challenge viene etichettata come LA raccolta fondi. Ma è davvero così? A guardare i dati, la compagna ha ad oggi raccolto 70 milioni di dollari. In Italia 200.000 euro. Come dicono negli USA, “evert gift counts”… ma non è un po’ poco?

Voglio dire… la sola Save The Children Italiana nel 2013 ha raccolto 60 milioni. Eppure non ne ho sentito parlare al TG, sui social, dagli amici.

C’è quindi un grande rischio. Sovrastimare il fenomeno e far illusoriamente credere alle persone che questa sia la migliore forma di raccolta fondi, e il miglior tipo di sostegno che possono dare. Sporadico, imprevedibile, e poco sostanzioso; ma molto chiaccherato.

3) è tutto da buttare? assolutamente no: in un periodo generalmente povero di donazioni (e chi pensava a donare, ad agosto) si è parlato di ricerca, di non profit, di donare. Si sono aperti dibattiti: c’è gente che si fa versare un secchio in testa ma poi non dona? è etico comunicare l’importo della propria donazione? Non è meglio donare e basta?

E, cosa importante, ci si è divertiti. Si, perchè finchè si concepisce la donazione come un sacrificio (donazione= soldi in meno da spendere) la partita sarà sempre persa. Sapete cosa Henry Rosso pensava del fundraising. Per chi non lo sapesse, googolatelo e troverete la migliore definizione esistente di raccolta fondi, nonchè quella più che adatta in questa situzione.

4) E, in ultimo, il punto sollevato dal Papa: è giusto mostrare in pubblico il proprio sostegno?

Su quest’ultimo punto, mi devo dire in disaccordo con il Pontefice (non sono informato se esista ancora il dogma dell’infallibilità… speriamo di no!).

è vero, ostentare la propria generosità è quanto di più indelicato ci sia.

Ma comunicarla può avere un effetto più che positivo, e cioè: coinvolgere altre persone.

Un piccolo aneddoto personale: quasi 3 anni fa per il mio compleanno lanciai un’iniziativa di Personal Fundraising, di cui parlai anche su questo blog: invece che regali, fate donazioni per CasaOz. Raccogliemmo più di 800 euro.

Pur essendo io quanto di più distante da un opinion leader (il primo a ritenere una cretinata cioè che dico, penso e scrivo sono io), ritengo che sia stato positivo. Alcuni amici fecero donazioni sostanziose, altri coinvolsero amici loro (quindi, de facto, ho ricevuto regali da gente che non conosco); altri, ispirati, fecero iniziative simili. Altri ancora si ricordano sempre di CasaOz quando decidono di destinare il 5×1000.

E potreste chiedere: si, ma qual è la differenza tra ostentare e comunicare?

Non lo so.

O meglio, non lo so per certo. Mi sono affidato alla mia sensabilità. Non ho fatto niente che non rifarei, detto cose che che non dico di solito, coinvolto con modalità che non mi sono congeniali. Ma ha funzionato, ed è stato divertente.

In conclusione: va bene l’Ice Bucket Challenge… ma non fermiamoci a questo 😉 Il non profit ha bisogno (e merita) molto di più 😉

E voi che ne pensate?

Arriva il Festival (e il non profit e-mail award)

Un brevissimo post per ricordare che ormai manca poco, pochissimo al prossimo Festival del Fundraising. Dal loro ufficio stampa mi hanno chiesto di diffondere la notizia, e come al solito lo faccio ben volentieri. Il Festival infatti è stato il mio primo contatto con il mondo professionale del fundraising, sin dalla prima edizione; da allora ho sempre cercato di essere presente (solo l’anno scorso me lo sono perso, sigh); e, salvo inconvenienti, anche quet’anno ci sarò.

Sui motivi per cui vale la pena partecipare ho già scritto in passato (ad esempio qui e qui), ma quest’anno ci sono delle novità allettanti. I premi per miglior fundraiser, miglior volontario e miglior donatore (ne parlavamo lo scorso post) e, mi hanno informato di recente, il Non Profit e-mail Award, promosso da Contactlab. Per spiegarvi di cosa si tratta, lascio la parola a chi è molto più competente di me.

Qualcuno di voi sarà al Festival? Nel caso, ci si vede lì!

Italian Fundraising Award

Della mia esperienza in Canada, uno dei ricordi più belli è stato il Philantropich Lunch, un pranzo durante il quale la sede locale dell’associazione fundraiser premiava alcune categorie di donatori (il miglior giovane volontario, la migliore famiglia filantropica, la migliore piccola azienda donatrice…). Al pranzo erano presenti circa 300 persone (vado a memoria) tra fundraiser, donatori, alcuni beneficiari e personale delle ONP. E’ stato bello vederli festeggiare insieme… e mi è sembrata un’ottima idea.

Per questo ho accolto con gioia la notizia che da quest’anno al Festival del Fundraising verranno assegnati gli Italian Fundraising Award, i premi per il miglior donatore, migliore fundraiser e il miglior volontario. Serviranno a dare visibilità a queste tre categorie… e a festeggiare insieme i risultati raggiunti.

Se un membro di qualche piccola ONP che legge sta pensando “mi piacerebbe, ma non ho donatori milionari… e il nostro fundraiser lavora è una ragazza di 26 anni che lavora con noi solo da 1 anno, non una superstar del fundraising”… vi fermo subito. Nel video qui sotto Valerio Melandri chiarisce benissimo che a vincere non sarà chi ha donato (o raccolto) di più, bensì la storia più bella, quella che possa far da esempio per gli altri

Credo sia uno di quei casi in cui possiamo dire che “più siamo, meglio è”… quindi largo alle candidature!

Un appuntamento fondamentale per i fundraiser

Pochi minuti fa ho inviato il bonifico con la mia quota associativa annuale per ASSIF, l’associazione italiana fundraiser.

Chi mi conosce sa che ritengo fondamentale la crescita di questa associazione, per un cultura e una professionalità del fundraising italiano che hanno bisogno di crescere e migliorarsi. Il mio personalissimo consiglio per tutti i fundraiser è quindi iscriversi… e invitare i propri colleghi a farlo. Solo così avremo un’associazione forte e realmente rappresentativa.

Per informazioni su come iscriversi e come pagare la quota associativa, potete cliccare qui.

Qui invece la convocazione per la prossima assemblea, dove si deciderà anche il nuovo logo e il nuovo nome.

Per il mio compleanno… faccio personal fundraising

Buongiorno e buon anno a tutti.

E’ fatta: dopo che l’argomento mi aveva già stuzzicato durante i miei studi (in particolare leggendo questo libro), dopo che ne avevo letto e approfondito sui siti di altri fundraiser (ad esempio qui), dopo aver fatto una ricerca sugli strumenti disponibili in Italia, dopo aver selezionato la causa che che piaceva di più, dopo aver chiesto consigli a due colleghi (Davide e Riccardo, che mi hanno risposto subito e in maniera molto completa: grazie di cuore), dopo aver affinato la cosa chiedendo il parere di alcuni amici (grazie ragazzi!)… si parte: ho lanciato la mia prima operazione di personal fundrasing.

Per il mio compleanno, invece che regali, vi chiedo di fare una donazione a Casa Oz (una non profit torinese). Ecco il sito dell’inziativa.

Una volta conclusa vi dirò le mie impressioni sul settore in Italia, cosa si potrebbe migliorare, quali problemi ho incontrato e cosa avrò imparato… ma per ora concentriamoci sulla compagna.

L’obbiettivo è modesto… ma credo realistico: spero di poterlo raggiungere.

Chi avesse opinioni, suggerimenti, idee… e, ovviamente, chi volesse fare una donazione ;), è ben gradito. Cerco l’aiuto e il sostegno di tutti.

Grazie di cuore.

Applicazione Flushtracker

Anche se un po' ritardo, tratto volentieri di questo evento che mi è stato segnalato: il World Toilet Day tenutosi il 19 novembre.

Promosso dalla World Toilet Organization (un'ONG che lotta per tutelare il diritto di poter disporre di servizi igenici adeguati), quest'anno ha visto anche il supporto di Domestos, che ha appositamente realizzato un'applicazione piuttosto particolare, di cui parleremo tra poco: Flushtracker.

Il tema della giornata, il diritto di accedere a servizi igenici adeguati, potrebbe far sorridere. Ma, come i buoni fundraiser sanno, non esistono cause non degne di attenzione. Considerando poi il fatto che il 40% della popolazione (2.6 miliardi di persone, secondo la Bill e Melinda Gates Foundation) vive in aree prive di reti fognarie, il problema è tutto meno che risibile. La mancanza di reti fognarie infatti rende gli ambienti in cui le persone vivono estremamente malsani, con un esponziale aumento di numerose malattie: installare toilette e reti fognarie constribuisce quindi a salvare delle vite e a migliorare la qualità della vita stessa.

La questione è talmente tanto rilevante che anche il signor Gates se ne è occupato tramite la sua già citata fondazione e che in tutto il mondo si cercano soluzioni al problema, alcune anche molto fantasiose e innovative.

Per far comprendere quale grande fortuna sia avere una rete fognaria efficiente e pulita (una fortuna su cui siamo letteralmente seduti sopra senza accorgercene) è stata creata Flushtracker, disponibile sul sito www.flushtracker.com.

Basata sulla tecnologia di Google Maps, l'applicazione consente, inserendo il proprio codice postale, di seguire il percorso del proprio scarico da casa fino alla fine del percorso

Io ho fatto la prova, inserendo il mio cap circa 20 minuti fa: lo scarico non è ancora uscito dalla città, ma ne ha fatta eccome di strada!

Il mio consiglio di fare la prova voi stessi: il percorso tracciato sulla mappa potrebbe sorprendervi quanto ha sopreso me.

L'iniziativa rientra nel filone dei giochi su web (come No Distance di Actionaid, di cui abbiamo trattato qualche tempo fa): applicazioni che si stanno diffondendo sempre più, che i costi tutti sommato contenuti del web rendono accessibili anche alle organizzazioni medio-piccole, e che consentono di coinvolgere il potenziale donatore, mescolando l'aspetto ludico con la partecipazione simulata ad un problema.


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Viral video by ebuzzing

Il Fundraising, Federica, Gioia… e gli insegnamenti di Yoda

Accade in questi giorni che a Pinerolo si tenga il meeting regionale dei giovani della Croce Rossa Italiana, un appuntamento annuale nel quale i volontari della Croce Rossa della regione si sfidano con gare basate sulle loro attività. Un momento di confronto, di aggregazione, e ovviamente di sana competizione.

Accade che nel Gruppo Giovani di Pinerolo (vi ho già parlato di loro, ad esempio qui e qui) a Gioia e Federica, due volontarie di poco sopra i 20 anni, venga dato l’incarico di trovare alcuni sponsor. E loro lo prendo sul serio: eccome se lo prendono sul serio!

Fanno una lista delle cose che gli servono, decidono un minimo di strategia (cioè quella di non chiedere tanto soldi, ma materiali; quello che nel fundraising si chiama Gift in Kind), mettono giù un’altra lista con i negozi e aziende che potrebbero fornirglieli e poi fanno la cosa più importante nel fundraising: escono e chiedono.

Conosco Federica e Gioia da tempo, le ho anche avute a lezione quando a Pinerolo mi hanno chiamato a fare degli incontri sul Fundraising… ma non credevo che mi avrebbero sorpreso così positivamente!

La loro ricetta di fundraising è semplice ma efficace, e comprende i seguenti ingredienti:

  • Pianificazione e sinergia con il resto dell’organizzazione: per tutto il tempo si sono sentite con gli altri volontari, per capire di cosa avessere bisogno per svolgere le prove
  • Tenacia: sicuramente si sono prese un po’ di “no” e parecchi “forse”… ma non hanno mai desistito. E per settimane hanno girato i negozi della loro città. Il prossimo poteva sempre essere un “si”.
  • Faccia tosta: ce ne vuole sempre un po’, no? E loro l’hanno saputa dosare con abilità. Come quando, nel chiedere una donazione di palloncini ad un negozio, si sono sentite domandare di quante confezioni avessero bisogno.

– “Beh, all’incirca 50…”

– “Ah, così poco? Io ve ne avrei date anche il doppio”

– “In questo caso ce ne servono 100”.

Il risultato? Sono riuscite ad ottenere praticamente tutto quello di cui avevano bisogno. E poi dicono che i giovani non si impegnano! Credo che il loro successo sia ben sintetizzato in una frase che hanno scritto qualche giorno fa:

Andare a ritirare la coppe del Meeting, sapere che ti sono state donate e che sono incredibilmente belle, ringraziare di Cuore e sentirsi dire:”Grazie a Te per avermi permesso di contribuire” è davvero qualcosa di speciale..:’) 

Insomma, uno splendido esempio di come il fundraising possa essere la tipica situazione “win-win”: quella cioè in cui tutti i soggetti coinvolti vincono qualcosa.

Alberto

p.s. Alcuni di voi potrebbero chiedersi… si, ma Yoda che centra?

Credo che, senza saperlo, Gioia e Federica abbiano seguito un suo fondamentale insegnamento, tratto da “L’impero colpisce ancora” (forse il film più bello di tutta la saga di Guerre Stellari).

Serve la strategia, serve la pianificazione, serve la preparazione… ma alla fine bisogna buttarsi! E bisogna farlo convinti 😉

Fundraiser, che ne pensi?

Dopo un silezio piuttosto lungo, torno a scrivere con piacere su questo blog.

In realtà è una toccata e fuga, ma la questione è piuttosto importante. Infatti l’ASSIF (associazione italiana fundraiser), dopo la nomina del nuovo direttivo ha lanciato un questionario, rivolto a tutti coloro che si occupano di raccolta fondi, per raccogliere idee, impressioni e richieste, in modo da orientare la propria azione al meglio

Il questionario è questo. Io l’ho già compilato 😉

Ma affrettati: la data ultima è il 5/9.

Ma se il fundraising è (troppo) facile?

Mi ha scritto l’agenzia che si sta occupando della promozione di “Accendi il futuro”, iniziativa di solidarietà di ING Direct in occasione del 10° anniversario di operazioni in Italia.

Non mi dilungherò molto sull’iniziativa, ma come potrete vedere cliccando sul link partecipare e dare il proprio contributo è semplicissimo.

E qui scatta un interrogativo: fare una donazione deve essere facile, semplice e immediato. Ma se è troppo semplice e veloce…non c’è il rischio che il donatore non faccia in tempo a sentirsi coinvolto? Non rischia di diventare un donatore impulsivo, pronto a donare per qualsiasi buona causa… ma a dimenticarsene 5 minuti dopo? Donatori del genere sono fidelizzabili?

Voi che ne pensate?